sabato 9 giugno 2012

Oggi - Soluzioni

Bill Molison, insieme a David Holmgen, è il fondatore della permacultura; 'dietro' al post di ieri c'è questa affascinante materia che è l'unica 'soluzione' per il nostro futuro.

Ho iniziato a studiarla circa un anno fa e a sperimentarla dall'inizio dell'anno; 'Intoduzione alla permacultura' è un libro avvincente perchè gronda efficienza, libertà e, specialmente, resilienza.

In questa parola, sconosciuta ai più, c'è la chiave del futuro.

venerdì 8 giugno 2012

Oggi - Una citazione

'Per quanto mi riguarda non vedo altra soluzione (politico economica) ai problemi dell'umanità se non la formazione di piccole comunità responsabili, impegnate nell'applicazione della permacultura e di tecnologie appropiate. Credo che i giorni del potere centralizzato siano contati e che una nuova tribalizzazione della società sia un processo inevitabile, anche se in qualche modo doloroso.

Bill Mollyson - Introduzione alla permacultura

sabato 26 maggio 2012

Giorno diciannove - Cucina apparato 2

Ho comprato una pentola elettrica per cucinare il riso, fabbricazione cinese ma prezzo occidentale (euro 48). E’ esattamente lo stesso modello che si usa anche a Cuba (la chiamano arrozera). Metti l’acqua, il riso, premi il pulsante e quando la cottura è ultimata la pentola si spegne con un bel 'clok' del pulsante che torna in posizione e la luce da rossa (coking – in cottura) diventa arancione (worming – in caldo). Per migliorare l'efficienza termica la copro con dei canovacci.
Quando la cottura è ultimata scollego la pentola dalla presa (non c’è un altro sistema per spegnerla) e lascio il riso altri dieci / quindici minuti per ultimare la cottura.
Sopra alla pentola si può impilare un secondo contenitore per la cottura al vapore; nel tempo di cottura del riso si possono cucinare una decina di uova o dei vegetali (zucchine, carote, patate, peperoni) con l’unica accortezza di tagliarli a fette sottili.  Il tempo totale di cottura, che varia un po’ in rapporto con la quantità di riso che si vuole cucinare, è di circa quindici minuti, l’assorbimento è di 650 watt. Quindi per cucinare una cena per quattro persone (riso, zucchine al vapore e uova sode) servono circa 170 watt.

giovedì 24 maggio 2012

Giorno diciotto - Riuso

Nel tempo ho comprato venti bottiglie, quelle da un litro, di olio Farchioni, esteticamente molto belle, con il tappo di ceramica e la meccanica a molla  perfetta. Ho anche trovato i gommini di riserva al consorzio agrario.

Ora compro l'olio da un amico, che lo produce per se in una piccola campagna sulla Salaria vicino a Roma e vende le eccedenze per coprire i costi di produzione.

Uso le bottiglie ex Farchioni per comprare il vino sfuso in vineria o al mercato rionale.

mercoledì 23 maggio 2012

GIiorno diciassette - Deodorante personale

Ho sostituito il deodorante con un cristallo di allume di rocca il cui consumo tradotto in termini monetari è di circa cinque euro all'anno.

lunedì 21 maggio 2012

Giorno sedici - Insalata
Quando voglio mangiare un piatto di lattuga, mi impongo di farlo almeno una volta al giorno, vado nell'orto e taglio solo le foglie esterne della pianta partendo dal basso (per un contorno abbondante ne bastano una decina). Dopo qualche tempo la pianta non assomiglia più alla lattuga come la conosciamo ma incomincia ad avere uno stelo con le foglie ed un ciuffo più consistente alla sommità; continuando a tagliare le foglie lo stelo la pianta continua ad allungarsi. 

 Poichè non sono in grado di mangiare tutta l'insalata che produco, anche regalandone alle persone che visitano la casa, alcune piante vanno in fiore e dovrebbero generare nuove piante. Per il momento non ho ancora visto nulla, ma sono fiducioso.

In questo modo, anche nel terrazzo di un appartamento, si può ottenere una produzione continua di lattuga;  non so se il mio sia un sistema ortodosso ma il risultato è innegabile; da quattro mesi continuo a tagliare, dalle stesse piante, la mia dose quotidiana.

venerdì 18 maggio 2012

 Oggi - Un racconto

La Nave dei Folli
di Ted Kaczynski






C’era una volta una nave il cui capitano e marinai divennero così fieri della propria maestria, così pieni di hybris e così fieri di se stessi che impazzirono. Girarono la nave verso nord e navigarono fino ad incontrare iceberg e pericolose correnti e continuarono a navigare a nord verso acque via via più perigliose, solamente per godere della possibilità d’eseguire atti di navigazione sempre più brillanti.
Mentre la nave raggiungeva latitudini via via più alte i passeggeri e i marinai divennero progressivamente nervosi. Iniziarono a bisticciare tra loro e a lamentarsi delle proprie condizioni di vita.
  
“Dio mi fulmini se questo non è il peggior viaggio che ho mai fatto!” esclamò un vecchio marinaio. “La coperta è lucida di ghiaccio; quando sono di vedetta il vento mi taglia il giaccone come un coltello; ogni volta che cazzo la randa per poco non mi congelo le dita; e per tutto quello che ci guadagno sono cinque miseri scellini al mese!”.

“Pensi che ti vada male!” disse una passeggera. “Io non riesco a dormire la notte per il freddo. Le donne a bordo non ricevono tante coperte quanto gli uomini. Non è giusto!”

Un marinaio messicano li interruppe: “Chingado! Io ricevo solo la metà dei soldi dei marinai inglesi. Abbiamo bisogno di molto cibo per tenerci caldi in questo clima e io continuo a non ricevere la mia parte; gli inglesi ne hanno di più. E la cosa peggiore è che i marinai continuano a darmi ordini in inglese invece che in spagnolo”.

“Io avrei più motivi di tutti per lamentarmi”, disse un nativo americano. “Se i visipallidi non mi avessero privato delle mie terre ancestrali non mi troverei nemmeno su questa nave, qua tra gli iceberg e i venti polari. Starei vogando su una canoa su un bel lago placido. Ho diritto ad un indennizzo. Per lo meno il capitano dovrebbe concedermi di allestire del gioco d’azzardo in modo che possa guadagnare qualcosa”.

Il nostromo si fece avanti: “Ieri il capo marinaio mi ha chiamato “frocetto” perché succhio cazzi. Ho il diritto di succhiare cazzi senza essere insultato!”


“Non sono solo gli umani ad essere maltrattati su questa nave”, evidenziò un amante degli animali tra i passeggeri, la voce tremante per l’indignazione. “La settimana scorsa ho visto un mozzo calciare ben due volte il cane della nave!”


Uno dei passeggeri era un professore universitario. Fregandosi le mani esclamò: “Ma tutto questo è terribile! E’ immorale! Razzismo, sessismo, specismo, omofobia e sfruttamento della classe proletaria! E’ discriminatorio! Dobbiamo ottenere giustizia sociale. Equi diritti per il marinaio messicano, salari più alti per tutti i marinai, un indennizzo per l’indiano, eque coperte per le signore, un diritto garantito di succhiare cazzi e niente più calci al cane!”
 
“Si, si!” urlano i passeggeri e i marinai. “E’ discriminazione! Dobbiamo affermare i nostri diritti!”
Un mozzo si schiarì la voce: “Ahem. Avete tutti buone ragioni per protestare. Ma mi sembra che ciò che dobbiamo davvero fare sia girare la nave e puntare a sud, perché se continuiamo verso nord prima o poi naufragheremo sicuramente e allora i vostri salari, le vostre coperte, e il tuo diritto a succhiare cazzi saranno inutili, perché annegheremo tutti”.
Ma nessuno lo degnò d’attenzione, perché era solo un mozzo. Il capitano e gli ufficiali, dalla loro stazione a poppa li avevano osservati ed ascoltati. Ora sorrisero tra loro e ad un gesto del capitano l’ufficiale in seconda scese dalla coperta a poppa, passò dove erano riuniti i passeggeri e i marinai e si fece largo in mezzo a loro. Assunse un’espressione serissima in volto e disse:

“Noi ufficiali dobbiamo ammettere che sulla nave sono accadute cose davvero imperdonabili. Non c’eravamo resi conto di quanto brutta fosse la situazione prima di sentire le vostre proteste. Noi siamo uomini di buona volontà e vogliamo comportarci in modo corretto. Ma, ehm, il capitano è un uomo piuttosto conservatore e probabilmente dovrà essere spronato un po’ prima che apporti cambiamenti significativi. La mia opinione personale è che se voi protestate vigorosamente – ma sempre in modo pacifico e senza violare le regole della nave – riuscirete a smuovere il capitano e a costringerlo a risolvere i problemi di cui vi lamentate così giustamente.”

Detto questo, l’ufficiale in seconda tornò sotto coperta a poppa. Mentre se ne andava i passeggeri gli urlavano dietro: “Moderato! Riformista! Liberale! Lecchino del capitano!”. Ma nonostante questo fecero quello che aveva detto loro. Si riunirono in un gruppo a poppa e si misero ad urlare insulti agli ufficiali e ad affermare i propri diritti: “Io voglio un salario più alto e migliori condizioni di lavoro”, urlò l’abile marinaio. “Eguali coperte per le donne!” urlò la passeggera. “Voglio ricevere i miei ordini in spagnolo”, urlò il marinaio messicano. “Voglio il diritto d’organizzare giochi d’azzardo” urlò il marinaio indiano. “Non voglio essere chiamato frocetto!” urlò l’omosessuale. “Basta calciare il cane!” urlò l’amante degli animali. “Rivoluzione ora!” urlò il professore.

Il capitano e gli ufficiali si riunirono e confabularono per diversi minuti, ammiccando, accennando e sorridendo gli uni agli altri per un certo tempo. Quindi il capitano uscì a poppa e con grande benevolenza annunciò che il salario dell’abile marinaio sarebbe stato aumentato a sei scellini al mese; il salario del marinaio messicano sarebbe stato incrementato a 2/3 di quello degli inglesi e che gli ordini di cazzare la randa gli sarebbero stati dati in spagnolo; la passeggera avrebbe ricevuto una coperta in più; al marinaio indiano sarebbe stato permesso di organizzare giochi d’azzardo la domenica sera; l’omosessuale non sarebbe stato più chiamato frocetto purchè succhiasse cazzi privatamente; e il cane non sarebbe stato calciato a meno che non avesse commesso qualcosa di davvero cattivo come rubare del cibo.

I passeggeri e i marinai celebrarono queste concessioni come grandi vittorie, ma la mattina dopo si sentivano nuovamente insoddisfatti.

“Sei scellini al mese sono una miseria e continuo a gelarmi le mani quando cazzo la randa” si lamentò l’abile marinaio. “Continuo a non ricevere lo stesso salario dei marinai inglesi e cibo insufficiente in questo clima” disse il marinaio messicano. “Noi donne non abbiamo ancora abbastanza coperte per tenerci al caldo” disse la passeggera. Gli altri passeggeri e marinai espressero simili lamentele e il professore continuò a spronarli.

Quando ebbero finito il mozzo si fece avanti – a voce più alta questa volta in modo tale che gli altri non potessero facilmente ignorarlo:


“E’ davvero terribile che il cane venga calciato per aver rubato un po’ di pane e che le donne non abbiano abbastanza coperte e che l’abile marinaio si congeli le dita e non vedo perché il nostromo non dovrebbe succhiare cazzi se ne ha voglia. Ma guardate che grossi che sono gli iceberg adesso e come il vento soffia forte! Dobbiamo girare la nave verso sud, perché se continuiamo verso nord  naufragheremo e annegheremo.”

“Già”, disse il nostromo, “è terribile che continuiamo a dirigerci a nord. Ma perché dovrei continuare a succhiare cazzi di nascosto? Perché devo essere chiamato frocetto? Non valgo come tutti gli altri?”

“Navigare a nord è una cosa terribile”, disse la passeggera, “ma non vedi? Questa è proprio la ragione perché le donne hanno bisogno di più coperte per scaldarsi. Esigo un numero equo di coperte per le donne ora!”

“E’ verissimo”, disse il professore, “che navigare a nord è causa di grandi difficoltà per noi tutti. Ma dirigere la rotta a sud non sarebbe realistico. Non si possono portare le lancette indietro. Dobbiamo trovare un modo maturo per affrontare la situazione”.

“Guardate,” disse il mozzo, “se lasciamo mano libera a quei pazzi a poppa affogheremo tutti. Se riusciremo a salvare la nave, allora potremo preoccuparci delle condizioni di lavoro, delle coperte per le donne e del diritto di succhiare cazzi. Ma prima dobbiamo girare il vascello. Se alcuni di noi si uniscono, elaborano un piano e si fanno coraggio riusciremo a salvarci. Non ci vorrebbero molti di noi – sei o otto basterebbero. Potremo assaltare la poppa, rovesciare quei folli fuori bordo e girare la nave verso sud.”


Il professore alzò il naso e disse in modo gravoso: “Io non credo alla violenza. E’ immorale”. “L’uso della violenza è sempre poco etico” disse il nostromo. “Sono terrorizzata dalla violenza” disse la passeggera.


Il capitano e gli ufficiali avevano osservato ed ascoltato il tutto. Ad un segnale del capitano l’ufficiale in seconda uscì da sottocoperta e passò tra i passeggeri e i marinai, dicendo loro che c’erano ancora molti problemi sulla nave:

“Abbiamo fatto molti progressi”, disse, “ma molto resta ancora da fare. Le condizioni di lavoro dell’abile marinaio sono ancora dure, il messicano non sta ancora ricevendo lo stesso salario degli inglesi, le donne non hanno ancora tante coperte quanto gli uomini, il gioco d’azzardo domenicale dell’indiano sono un indennizzo risibile per la perdita delle sue terre ancestrali, è ingiusto che il nostromo debba succhiare cazzi di nascosto e che il cane a volte venga ancora calciato. Penso che il capitano debba essere spronato nuovamente. Aiuterebbe se tutti voi organizzaste un’altre protesta – purchè non violenta”.



Mentre l’ufficiale in seconda camminava verso poppa i passeggeri e i marinai si misero ad urlargli insulti, ma ciononostante fecero quello che aveva detto loro e si riunirono davanti alla cabina per un’altra protesta. Schiamazzarono, minacciarono e mostrarono i pugni e addirittura tirarono un uovo al capitano (che lo schivò abilmente).



Dopo aver sentito le loro proteste il capitano e gli ufficiali si riunirono per un’assemblea, durante la quale sogghignarono e ammiccarono gli uni agli altri. Quindi il capitano scese a poppa ed annunciò che l’abile marinaio avrebbe ricevuto guanti per tenere le mani al caldo, che il marinaio messicano avrebbe ricevuto un salario il ¾ quello degli inglesi, che le donne avrebbero ricevuto un’ulteriore coperta, che il marinaio indiano avrebbe organizzato giochi d’azzardo il sabato e la domenica sera, che al nostromo sarebbe stato permesso di succhiare cazzi pubblicamente con il buio e che nessuno sarebbe stato autorizzato a calciare il cane senza previa autorizzazione del capitano.

 
I passeggeri e i marinai furono entusiasti per questa grande vittoria rivoluzionaria, ma la mattina dopo tornarono nuovamente a sentirsi insoddisfatti e iniziarono a lamentarsi dei vecchi problemi.
  
Questa volta il mozzo iniziava ad arrabbiarsi:
“Maledetti idioti!”, urlava, “Non vedete quello che il capitano e gli ufficiali stanno facendo? Vi stanno tenendo occupati con le vostre triviali preoccupazioni riguardo a coperte, salari e i calci al cane in modo che non vi concentriate sul vero problema della nave – che si sta dirigendo sempre più a nord e che annegheremo. Se solamente alcuni di voi rinvenissero e si unissero e assaltassero la cabina potremo girare la nave e salvarci. Ma non fate che lamentarvi di inutili dettagli come le condizioni di lavoro e giochi d’azzardo e il diritto a succhiare cazzi”.
   
I passeggeri e i marinai s’infuriarono: “Inutili!”, urlò il messicano, “Pensi sia una cosa ragionevole che io riceva un salario che è ¾ di quello degli inglesi? Questo è irrilevante?”
“Come puoi definire i miei problemi triviali?”, urlò il nostromo, “Non capisci quanto sia umiliante sentirsi chiamare frocetto?” “Calciare il cane non è un “inutile dettaglio”!”, urlò l’amante degli animali, “è brutale e crudele!”
“D’accordo allora”, rispose il mozzo. “Questi problemi non sono inutili o triviali. E’ crudele e brutale calciare il cane ed è umiliante essere chiamato “frocetto”. Ma se paragonato al vero problema – il fatto che la nave è ancora diretta a nord – i vostri problemi sono cosucce triviali, perché se non giriamo la nave in tempo annegheremo tutti.”
“Fascista!” urlò il professore.
“Controrivoluzionario!” urlò la passeggera. E tutti i passeggeri e i marinai, uno dopo l’altro, si misero a chiamare il mozzo “fascista” e “controrivoluzionario”. Lo spinsero via e tornarono a lamentarsi dei salari, delle coperte per le donne, del diritto di succhiare cazzi e del modo in cui il cane veniva trattato. La nave continuò a dirigersi a nord e dopo un po’ fu schiacciata tra due iceberg e tutti annegarono.
 

© Ted Kaczynski, 1999
Fonte: ariannaeditrice.it

Questo è il suo scritto più famoso 'La società industriale e il suo futuro':


www.serialkiller.it/public/contenuti_documenti/Il_manifesto.pdf 


Per chiarire la metafora propongo un breve articolo:


http://www.repubblica.it/ambiente/2012/06/09/news/animali_macello-36845519/?ref=HREC2-11 

martedì 15 maggio 2012

Giorno quindici - Ricetta
 
Limito a poche volte a settimana il consumo di pasta e preparo condimenti che non abbiano bisogno di essere cucinati. L'unica pasta che uso sono gli spaghetti che, tra tutti i tipi di pasta, hanno il rapporto più basso prodotto / confezione e nella dispensa, occupano meno spazio. 
Gli spaghetti tre (spaghettini) sono quelli che meglio raccolgono il condimento e hanno bisogno di meno tempo per la cottura, quindi meno consumo di energia.
 
Ingredienti e preparazione
A scelta o miste: noci, nocciole e pistacchi
A scelta: prezzemolo o basilico (dal mio orto)
Parmigiano, pepe e olio di oliva aromatizzato con aglio (così non serve soffrigerlo) ed il sapore si può dosare in modo più preciso.
Tritare gli ingredienti separatamente con un coltello o una mezza luna e aggiungerli agli spaghettini, già conditi con l'olio; il parmigiano per utimo.

domenica 13 maggio 2012

Giorno quattordici - Acquisto di cibo

Compro solo frutta e verdura di stagione e di produzione nazionale (mi è costato un po’ abbandonare le banane che sono la frutta che preferisco).

Faccio i miei acquisti in un piccolo negozio gestito da due ragazzi egiziani. La frutta e la verdura sono raggruppate per prezzo e quasi tutto costa 99 centesimi al chilo, con 10 euro si acquistano dieci chili di cibo.

Solo nell’ultima parte del bancone, vicino alla cassa, sono esposti i vegetali che hanno un costo più alto. 

A differenza del supermercato qui niente ha una confezione; porto i sacchetti da casa che riutilizzo di volta in volta. 

giovedì 10 maggio 2012

Giorno tredici - Orto

Ho comprato delle piantine da orto: quattro di sedano, quattro di basilico, sei di fave, sei di piselli, dodici di bieta, quattro di pomodori, quattro di zucchine e quattro di peperoni, quattro di melanzane totale dieci euro. Poi le ho piantate lasciando lo spazio che mi sembrava sufficiente tra una pianta e l’altra. I manuali sono utili, la sperimentazione è indispensabile ed è anche più divertente.

mercoledì 9 maggio 2012

Giorno dodici - Macedonia

Alla sera preparo una grande macedonia con frutta di stagione; non la metto nel frigo visto che nel corso del giorno dopo, iniziando con la prima colazione, la consumo completamente. Non credo che riuscirò a convertirmi al fruttarianesimo ma con questo sistema (la macedonia) la frutta è diventata parte integrante della mia alimentazione. 

La frutta di stagione costa poco, nutre, idrata e non serve energia (che costa e costerà sempre di più) per prepararla.

Dalla macedonia è bandita la frutta che viene da lontano: mango, avocado, banane, ananas...

martedì 8 maggio 2012

Giorno undici - Cucina apparato due

Ho sostituito il gigantesco fornello a cinque fuochi della Smeg (lo regalo, chi lo vuole?) con una piastra elettrica ad induzione che ottimizza l’uso dell’energia scaldando solo il fondo della pentola; inoltre, al tempo del suo acquisto, cucinare nelle fasce orarie più basse si traduceva anche in un ulteriore vantaggio economico rispetto al gas. 

Prima avevo cinque fuochi ora ne ho uno solo, prima cucinavo molto ora il minimo indispensabile. Alcuni cibi devono essere necessariamente cotti per essere mangiati altri no anche se molto spesso li cuciniamo. Tutti i cibi cotti perdono delle proprietà rispetto a quelli crudi. Andare in direzione del crudismo mi sembra una buona idea sia in termini di efficienza alimentare che enrgetica, naturalmente non ci si arriva da un giorno all'altro.

domenica 6 maggio 2012

Giorno dieci - La scopa

Ho un ottimo aspirapolvere che ha anche il vantaggio di non necessitare dei sacchetti raccogli polvere anzi, a dire il vero, al tempo lo ho comprato proprio per questo motivo perchè ero già sensibile al problema dei rifiuti e del risparmio nella manutenzione. Ma ora, per pulire la casa, uso la scopa e dopo passo uno straccio bagnato, fine; la scopa non consuma corrente e si rompe con difficoltà. Conservo però l'aspirapolvere perchè talvolta è lussuosamente comodo per ripulire dopo lavori in casa che prevedano l'uso, ad esempio, di un trapano.

Quando faccio questi discorsi alla mia cara mamma ottantenne, mi guarda desolate e dice: - 'Ma Andrea, non vorrai mica che torniamo indietro?' A me personalmente non sembra di tornare indietro, anzi.

sabato 5 maggio 2012

Giorno nove - Acqua calda

Ho spento la fiamma pilota della caldaia a gas e quindi non ho più l'acqua calda; prima di aprire l’acqua devo fare un respiro profondo e trattenere il fiato ma sono sicuro che mi abituerò. I vantaggi di questa scelta sono due: riduzione del consumo di gas (che è una risorsa finita) e azzeramento dei costi di manutenzione / riparazione della caldaia.

E' una grande soddisfazione non dover più chiamare i manutentori delle caldaie che si fanno pagare cinquanta euro per il solo diritto di chiamata e ci fanno pagare almeno tre volte tanto i pezzi di ricambio. Per non parlare di questa amenità che è il bollino obbligatorio di manutenzione annuale delle caldaie.

Giorno otto - Legumi 

Ho sostituito le proteine animali con quelle vegetali; compro legumi (e cereali) sfusi in un mercato rionale vicino casa. Porto da casa i contenitori che il negoziante riempie dopo aver fatto la tara. Quando torno a casa ripongo i contenitori con i cereali e i legumi nella dispensa: zero rifiuti.

Cereali e legumi costano, nella vendita al dettaglio, tra due e sei euro al chilo (fagioli Lamon).

giovedì 3 maggio 2012

Giorno sette - Obsolescenza programmata

Il tostapane è andato in corto con una bella fiammata dorata, è stato programmato perché succedesse dopo alcuni anni (cinque) dal suo acquisto. Si chiama obsolescenza programmata ed è uno degli orrori della società dei consumi. Tenterò di ripararlo e, se non ci riuscirò, ne farò a meno. 

Non ricompro gli elettrodomestici che si sono rotti per obsolescenza programmata e che verrebbero sostituiti da altri con le stesse caratteristiche

lunedì 30 aprile 2012

Giorno sei - Sapone di Marsiglia

Nel barattolo è rimasto l’ultimo goccio di bagno schiuma ma mi sono preparato all’evento. Ho comprato il Marsiglia bianco da bucato; prezzo incomparabilmente più basso, resa incomparabilmente più alta, rapporto prodotto / confezione (rifiuto) tra le più basse del mercato dei detergenti.

Ora il Marsiglia è il mio unico sapone personale e lo posso usare anche per fare il bucato.
Giorno cinque - I giornali

Non compro più i giornali perchè producono rifiuti e perchè, alla fine, ne leggo solo una piccola parte; i giornali si trovano tutti on line e si pagano con una lotta all'ultimo sangue con i banner e i pop up.

Do una occhiata ogni giorno a Repubblica on line come rappresentante dei media mainstream poi passo alla rassegna stampa di ariannaeditrice.it e cadoinpiedi.it, due siti di approfondimento che mi danno le informazioni necessarie per capire quello che sta succedendo e, molto più importante, per capire quello che sta per succedere.

Consultare i giornali in internet elimina lo spreco di carta ma genera comunque un consumo di energia elettrica.

venerdì 27 aprile 2012

Giorno quattro - Orto

Ho lavorato tutto il giorno per liberare dalle erbacce il piccolo giardino di casa (quaranta metri quadrati) abbandonato a se stesso da anni; coltivare  piante, di qualsiasi specie, non mi era mai interessato prima ma ora è diverso; trasformerò questo spazio in un giardino commestibile.

sabato 14 aprile 2012

Giorno tre - Il tritarifiuti

Il tritarifiuti installato sotto il lavello della cucina mi ha lasciato, meglio così. Nel 2002 quando lo ho comprato pensavo fosse un accessorio geniale, ora la penso diversamente. L'assorbimento, quando è in funzione, è di 300 watt e bisogna far scorre l'acqua perchè i rifiuti triturati defluiscano e non si bruci il motore (lo dicono le istruzioni).

Energia a gogo per eliminare rifiuti organici che con un semplice gesto posso inserire nella compostiera o spargere nell'orto.
Giorno due - Il congelatore

Ho spento il congelatore una vera follia energetica; il cibo prodotto viene congelato e trasportato (congelato) ai negozi e ai supermercati. Noi lo compriamo, lo portiamo a casa e lo stiviamo nel nostro congelatore. Il più delle volte lo scongeliamo con il forno a microonde (non abbiamo tempo). Questa è solo una piccolo esempio per  spiegare perchè ogni caloria di cibo che consumiamo ne incorpora dieci di petrolio.

Il congelatore è diventato una cassettiera dove ripongo contenitori di vetro ed altre cose di uso comune.
Giorno 1 - Cibo e rifiuti
 
Guardo il frigo e non vedo cibo, vedo solo rifiuti: maionese (rimane un barattolo di vetro), vassoio con petti di pollo (rimane un vassoio di polistirolo e una pellicola di plastica), banane (come i petti di pollo), arance (retina di plastica), mozzarelle (sacchetto di plastica). Voglio azzerare la produzione di rifiuti e quindi non comprerò più prodotti che generano rifiuti.
Vi racconto la frugalità volontaria

1 español 2 francais 3 italiano



Desde hace algunos años trato cotidianamente de disminuir mis consumos, el uso del dinero y la producción de residuos.

La “frugalidad voluntaria” para mi es una elección, un modo de vivir adoptado sin necesidad económica, basándome en simples conceptos éticos y de sentido común.
 
En este modo de vivir hay una reflexión sobre el dinero que puede resumirse con el siguiente dogma: El dinero no se usa en relación a la disponibilidad sino para comprar lo que es indispensable.
 
Los post de este blog se dividen en dos tipos, que responden a dos lugares temporales: “Hoy”, acciones que nacen el día de la publicación y “Día”, con numero progresivo, son gestos consolidados porque realizados en el pasado, algunos mas de diez años atrás.
El blog trata distintos temas, esencialmente la auto producción de bienes y servicios y de gestos contra el consumo: les contaré de la comida que me preparo, de mi pasión por las casas vacías y blancas, de como construir una librería, del 'space clearing', de mis experimento de cultivos de plantas comestibles, del poseer pocas cosas y de como llegar a esto.
   


                                                                                                                                                                                                                         
Depuis quelques années, je me suis engagé dans une recherche quotidienne pour diminuer la consommation, l'utilisation de l'argent et la production des ordures. La frugalité est un choix volontaire pour moi, une manière de vivre que je n'ai pas embrassée par nécessité économique, mais fondée sur des considérations simples et de bon sens.
Dans ce mode de vivre il y a aussi une méditation sur l'argent qui pourrait être résumée dans le postulat suivant: l'argent n'est pas utilisé par rapport à sa disponibilité, mais seulement pour avoir le stricte nécessaire.
Les post ont deux dispositions temporelles: "aujourd'hui" sont des actions qui naissent ​​le jour de la publication, «jour», suivi par un numéro progressif, sont des actions déjà consolidées parce qu’elles ont été achevées dans le passé, quelques unes  il y a dix ans.
Les contenus du blog sont très différents, mais ils concernent essentiellement l'auto-production de biens et de services et la description de gestes de non utilisation: Je vais vous dire la nourriture que je prépare, ma passion pour les maisons vides et blanches, comment construire une bibliothèque, du « space clearing », mes expériences sur la culture de plantes comestibles ou de posséder peu de choses et comment y arriver.



Da qualche anno sono impegnato in una quotidiana ricerca di diminuzione dei consumi, dell'uso del denaro e della produzione di rifiuti. La frugalità volontaria per me è una scelta, un modo di vivere che ho adottato non per necessità economica ma basandomi su semplici considerazioni e buon senso.

In questo modo di vivere c’è anche una riflessione sul denaro che si potrebbe riassumere nel seguente postulato: il denaro non si usa in relazione alla sua disponibilità ma solo per acquisire l’indispensabile.

I post hanno due collocazioni temporali: “oggi”, sono azioni che nascono nel giorno della pubblicazione, “giorno”, seguito numero progressivo, sono azioni già consolidate perché intraprese nel passato, alcune più di dieci anni fa.

Il blog ha contenuti molto diversi ma riguarda sostanzialmente l’autoproduzione di beni e servizi e la descrizione di gesti di non consumo: vi racconterò del cibo che mi preparo,  della mia passione per le case vuote e bianche, di come costruire una libreria, dello space clearing, dei miei esperimenti di coltivazione di piante commestibili  o del possedere poche cose e come arrivarci.